Gesù

Se la tradizione cristiana afferma che Gesù è stato riconosciuto figlio di dio, da tre sacerdoti persiani, ciò rende implicito il fatto che il fanciullo divino non era ebreo o giudeo, come affermano i vangeli, ma semplicemente figlio di semiti ellenizzati, vale a dire palestinesi che adoravano divinità considerate aliene al Sionismo, come appunto il culto di Mitra, del quale i re Magi erano i sacerdoti, ragion per cui i rabbini del sinedrio non hanno mai riconosciuto Gesù come figlio di dio.

Da precisare che il nome magi derivava dal sanscrito “magus”, sinonimo di campo in quanto i 3 re, erano i sacerdoti depositari del sapere assoluto di quel tempo, e che sovraintendevano al lavoro nei campi, indicando soprattutto il tempo della semina e del raccolto, e nulla avevano in comune con il concetto di magia diffuso invece dallo zoroastrismo

Il culto di Mitra era una religione primitiva di origine vedica, che vedeva Mitra, il sole uccidere il Toro Cosmico (Indra) e sedersi di fianco alla Grande Madre Natura (Danu per i persiani), i cui fenomeni sono sempre stati la conseguenza dell’intervento solare.

Infatti anche nella tradizione primitiva dopo l’accoppiamento con il Serpente cosmico e poi con il Toro, la Grande Madre deponeva le uova, che venivano covate da Mitra il sole.

Quindi fin dalle sue origini, l’umanità aveva la piena consapevolezza dell’importanza del sole nei fenomeni naturali, una cognizione che col tempo porterà gli uomini a credere in un solo dio, identificato con il sole.

In seguito, al Mitraismo si affiancò il Mazdeismo, cioè il culto di Mazdà meglio conosciuto come Zoroastrismo, un’altra religione di origine persiana che nel VI secolo a.C., fu teologizzata dal profeta Zarathustra, scrivendo l’Avestà, un testo sacro redatto in iraniano pahlavi una lingua nella quale Mazdà è il sinonimo di Mitra.

Il zoroastrismo tra l’altro, pretendeva di profetizzare il destino degli uomini, attraverso l’osservazione degli astri, da ciò l’astrologia che si è tramandata fino ai giorni nostri.

Il zoroastrismo ancora oggi viene confuso con il mitraismo in quanto questultimo, come da tradizione indoeuropea, al contrario dell’induismo, del zoroastrismo, del giudaismo, del cristianesimo e dell’islamismo, non ha mai avuto un testo sacro con il quale trasmettere le tradizioni, ma veniva tramandato a memoria dai sacerdoti agli allievi prescelti per la continuazione del culto. La stessa pratica perseguita dai druidi europei che con il loro sterminio attuato prima dai romani e poi dai cristiani ha portato alla perdita di tutto il sapere di quel tempo da cui il medio evo europeo che ha favorito la diffusione del teismo arabo, che attribuiva alla volontà divina ogni evento.

Ancora oggi si continua a perseguire la falsità bibblica ed evangelica, secondo la quale semita è sinonimo di ebreo, quando nella realtà bibblica semita  si riferiva alla famiglia di Sem, dalla quale è poi disceso il popolo arabo, del quale facevano parte anche i Giudei, quindi l’ebraismo o sionismo era solo la religione praticata a Gerusalemme, e al limite in Giudea, mentre il resto dei semiti o arabi praticavano altre religioni, da ciò appunto la divisione tra sionisti e semiti ellenizzati, i quali vivevano in medio oriente ben prima dell’esodo biblico.

La prima falsità evangelica sulla nascita di Gesù è la strage degli innocenti, in quanto Erode, come anche i romani, sapeva benissimo che Gesù era un re sacro come i Re Magi, dei quali Gesù sarebbe diventato il re dei re, vale a dire la manifestazione terrena di Mitra, come lo è oggi il Dalai Lama per i buddisti, e quindi non avrebbe mai messo in discussione il suo potere terreno, Gesù stesso ha sempre citato il Regno dei Cieli, ma non ha mai parlato di regno terreno.

In realtà l’evangelista Matteo compie una vera e propria mistificazione di quelle che erano le antiche tradizioni semite, come il sacrificio dei primogeniti agli dei, una tradizione che però sembra essere stata solo simbolica, in quanto al culmine della cerimonia, per dimostrare la magnanimità del dio, ci sarebbe stato l’intervento divino che imponeva al sacerdote la sostituzione del fanciullo con un agnello.

Una pratica testimoniata dalla stessa bibbia con il sacrificio di Isacco, e dalla mitologia greca con Ifigenia, destinata al sacrificio dal padre Agamennone e salvata da Afrodite che all’ultimo momento la sostituisce con un agnello.

Anche il nome della Madonna fa riferimento alle tradizioni vediche ariane, infatti Madonna e Maria nelle tradizioni indoeuropee, non sono altro che un titolo nobiliare con il significato di Signora, che veniva attribuito alle sacerdotesse vergini del tempio, le quali dormivano in una camera inviolabile dagli uomini, posta sulla cima della torre più alta dell’edificio sacro, a disposizione per l’incontro carnale con dio, e secondo i vangeli apocrifi, Maria visse nel tempio, dall’età di tre anni fino alla pubertà, quando le fu scelto come sposo Giuseppe.

Mentre Maria è un nome fondato sulla radice indoeuropea “aria”, sinonimo di natura e quindi simboleggiava la Madre Natura.

Ciò trova riscontro anche dal nome di: “Maria di Magdala” (la Maddalena), il quale è originato dall’aramaico “Magdal”, o “Migdal” sinonimo di “torre”, e appunto avrebbe il significato di: “Signora della Torre”, vale a dire una sacerdotessa, quindi non una prostituta come vuole la tradizione cristiana, ma una donna consacrata dal suo popolo agli incontri carnali con dio.

Anche quello della madre della Madonna Anna, era un titolo nobiliare, in quanto fin dalle più antiche tradizioni indoeuropee, Anna simboleggiva la figlia della grande Madre che nasceva all’alba dell’inizio del nuovo ciclo annuale.

Un esempio sul significato del nome Maria, ci arriva anche dagli egiziani con il nome Maryaton (Amata da Aton), la figlia di Akhenaton, il faraone monoteista che impose il culto di Aton, la cui liturgia era una forma sincretica del culto di Mitra, che perseguiva la pace e l’uguaglianza tra gli uomini.

La sposa di Akhenaton e madre di Maryaton era Nefertiti la quale essendo di origine persiana era particolarmente odiata dai sacerdoti di Amon, in quanto considerata la vera ispiratrice del culto di Aton, tanto che anche la sua morte è avvolta nel mistero. Quindi com’era nella tradizione egizia e mitraica, Maryaton in qualità di sacerdotessa si accoppiava con il padre, il quale a sua volta era posseduto dallo spirito di Aton e ne svolgeva le funzioni.

La Signora della Torre, era una tradizione di origine sumera, e a tale scopo serviva la torre di Babele, vale a dire: per attirare sulla città la benevolenza del dio, da ciò la gara tra le città per costruire la torre più alta, in modo da essergli più vicini e favorire il Suo incontro con la sacerdotessa. Ovviamente Babele essendo la città più ricca, fu quella che riuscì nell’impresa di costruire la torre più alta.

Nelle tradizioni antiche, quando una sacerdotessa rimaneva gravida, veniva istituito un processo, e se nessuno riusciva a dimostrare l’infedeltà della sacerdotessa, il nascituro veniva considerato figlio di dio. Ma spesso c’era la tendenza a considerare come posseduto da dio, l’autore materiale dell’amplesso, da qui il principio di: “Figlio dello Spirito Santo”. Un esempio possono essere Romolo e Perseo, nati da sacerdotesse segregate, oppure Elena di Troia, la cui madre Leda, è stata ingravidata da un cigno posseduto dallo spirito di Zeus.

Da considerare anche l’affinità etimologica del nome di Gesù, Yeshua in aramaico, con i teonimi: Zeus e Teshup, il primo, figlio di Crono, il secondo, figlio di Anu, il padre degli dei sumeri, un’affinità etimologica che ritrovamo anche nel romano Giove e il moderno Geova mentre in ebraico abbiamo un teonimo la cui forma antica “Yhwh”, significava “salvezza”, da cui il nome Salvatore, poi traslitterato in Yahweh grazie all’introduzione delle vocali, ma che sarebbe il teonimo usato per indicare  Teshup, da un popolo di pastori semiti chiamati shasu che per primi si sarebbero insediati nella piana di Jezreel dopo la distruzione di Gerico.

Secondo la tradizione dei vangeli, Gesù inizia a predicare a trent’anni, come i sacerdoti vedici bisogna dire, i quali studiavano fino a quell’età, sotto la guida degli altri sacerdoti, e dovevano imparare tutto a memoria, fino a diventare i depositari di tutto il sapere scientifico e filosofico del tempo, nella tradizione vedica lo studio della natura era lo strumento per arrivare a dio, e il loro sapere veniva approfondito ogni anno con i ritiri spirituali, durante i quali i sacerdoti discutevano e si confrontavano sulle loro esperienze dirette, non a caso con lo sterminio dei druidi il mondo precipitò nel Medio Evo, proprio a causa della mancanza di scritti che tramandassero il loro sapere.

Oggi per mezzo dell’archeologia sappiamo che il loro sapere in tema di medicina non era inferiore a quello dell’erboristeria moderna, conoscevano le muffe antibiotiche, i benefici della corteccia del salice (aspirina), e i tatuaggi erano un mezzo per introdurre medicamenti sotto la cute. Tracce della corteccia di salice e di muffe antibiotiche sono state ritrovate anche tra i denti dei Neanderthal.

Pur imparando a leggere e scrivere i sacerdoti vedici usavano la scrittura solo per scopi amministrativi ed epigrafici, non a caso Gesù e gli apostoli non hanno mai letto la bibbia e lasciato nulla di scritto, lo stesso vale per i 70 discepoli e i sette diaconi i quali sarebbero stati martirizzati e quindi messi a tacere, proprio da Paolo di Tarso, vale a dire colui che si è autoproclamato depositario della verità assoluta, faendo scrivere i vangeli dai suoi scribi.

Sulla base delle tradizioni vediche, possiamo dire che gli Apostoli a loro volta erano i prescelti da Gesù per diventare sacerdoti, mentre i discepoli erano destinati alle arti e ai mestieri, infatti i sacerdoti essendo i depositari di tutto il sapere scientifico e filosofico, provvedevano all’istruzione dei nuovi sacerdoti e artigiani.

Fuorviante per la nascita della religione cristiana, è stato l’incontro di Gesù con S. Giovanni Battista il capo spirituale di una setta ebraica che adorava Yahweh nella forma di divinità solare, dal quale Gesù secondo alcuni si lascia battezzare e convertire alla fede Battista.

Naturalmente si tratta di una mia supposizione, in quanto lo scritto che testimonia questa presunta conversione non so dove si possa trovare, e se esiste ancora, ma nel Museo Castelvecchio di Verona è conservato un dipinto del seicento intitolato “La Madonna della Quercia” (WWWMadonna della Quercia.it Wikipedia), nel quale appare S. Andrea che regge la croce di fronte a S.Pietro, il quale solleva in alto le chiavi del paradiso, con alle spalle una quercia sfrondata, mentre sullo sfondo appare S. Giovanni che battezza Gesù e in cielo troneggia la Madonna con in braccio il fanciullo divino.

Mi sembra evidente che il dipinto raffiguri la conversione religiosa di Gesù, in quanto l’autore era Girolamo dal Libro, così chiamato perché appartenente a una famiglia di miniaturisti, vale a dire artisti che dipingevano immagini sacre sui libri, i quali ovviamente raffiguravano quello che leggevano.

Che Gesù si sia convertito alla setta dei Battisti è difficile crederlo, ma si può anche pensare a un gesto di buona volontà e amicizia, certo è che il monte degli Ulivi, il luogo dove Gesù predicava abitualmente, essendo ricco di grotte era una specie di cattedrale mitraica, ciò è dimostrato anche archeologicamente, infatti il culto di Mitra si celebrava nelle grotte o in catacombe scavate appositamente, provabilmente per simboleggiare l’incontro tra la madre terra  e il padre sole che genera la vita.

Mentre la cacciata dei mercanti dal tempio sembra invece, una presa di posizione di Gesù contro la mercificazione del perdono, praticata dai rabbini ai profanatori dei templi pagani, che lo avrebbe spinto una profanazione simbolica di Gerusalemme attraverso la celebrazione del’Eucarestia, una pratica che a Gerusalemme era vietata dai tempi del ritorno dall’esilio.

Al tempo dell’Esilio, Ezecchiele aveva profetizzato che la distruzione di Gerusalemme, da parte di Nabuccodonossor, era stato un castigo divino, perché nella città sacra a El, si celebravano riti pagani. Per ciò al ritorno dall’esilio il monte Sion venne dichiarato sacro e inviolabile a Yahweh, con il ripudio di El, in quanto adorato da troppi popoli, e che pertanto non poteva essere quel dio che prediligeva il popolo di Israele.

 pertanto venne emanato un decreto che proibiva la celebrazione dei culti ellenizzati, pena la morte; in pratica quel decreto segnò la nascita dell’Ebraismo.

Di fronte alla sentenza del sinedrio, i soldati romani pur praticando il culto di Mitra, non poterono fare niente per salvare Gesù dalla crocefissione, perché dovevano rispettare i patti di non ingerenza negli affari interni della città, l’unica via di salvezza era la clemenza della piazza, ma il popolo memore delle profezie di Ezecchiele, temette la punizione divina e quindi condannò il profanatore.

Da ricordare che Costantino Elena e il marito Costanzo, a loro volta erano adoratori di Mitra, ma Costantino pur promulgando editti in favore dei cristiani, si convertì al cristianesimo solo in punto di morte.

Dalla condanna di Gesù in poi, anche a causa della presunta complicità del sinedrio con i predoni del deserto, cambierà anche l’atteggiamento dei romani verso gli ebraici, un popolo che condanna i giusti e salva i banditi non merita amicizia e privilegi.

Poi la diaspora che ne conseguì, andrebbe indicata come esodo di massa verso la ricca e opulenta Roma, dove gli ebrei costituirono la comunità etnica più numerosa e turbolenta della città, entrando in conflitto con tutte le etnie presenti, tanto che secondo alcuni storici del tempo, l’incendio di Roma sarebbe stato la consequenza di un incendio appiccato da alcuni facinorosi al quartiere ebraico.

In merito alla follia di Nerone, bisogna sottolineare che nella storia dell’umanità gli imperatori e i loro simili non sono stati da meno, in quanto, dopotutto erano esseri umani che governavano circondati da una marea di individui disposti a ogni complotto e intrallazzo pur di accrescere il proprio potere, pertanto uccidere al minimo sospetto, per non rischiare di essere ucciso, era la regola fondamentale di ogni governante.

Gesù viene crocefisso e dopo tre giorni risorge, un evento credibile solo a persone la cui mente è impregnata da una religiosità trascendentale, che le porta anche a vedere l’inesistente e a credere in un paradiso dorato, come ancora oggi i musulmani confidano.

In realtà Gesù viene drogato per alleviargli le sofferenze delle frustate e simulare la morte, classico è il colpo di spugna imbevuto d’aceto che gli viene passato sulla bocca, e sospetta è la sua presunta morte, avvenuta dopo solo tre ore, quando in genere i crocefissi morivano dopo almeno cinque o sei ore di suplizio, e rimanevano esposti a scopo di monito per molti giorni, per poi essere bruciati direttamente sulla croce.

Complice è anche la celerità, con la quale Ponzio Pilato autorizza la deposizione del presunto cadavere, quando in genere i cadaveri venivano lasciati esposti come monito per numerosi giorni; e anche la resurrezione, quando Gesù incontrando la Maddalena la invita a non toccarlo è chiaramente un segno della presenza di un corpo sofferente e non certo di uno Spirito Santo.

Gesù ritornerà tra i vivi come tredicesimo Apostolo, con il nome di Giacomo il Giusto e assieme a S. Pietro e S. Stefano sarà il capo di quella che viene definita Chiesa di Gerusalemme, che non aveva nulla in comune con il sinedrio, ma andava intesa come la chiesa di Mitra, la quale che aveva sede in una grotta sul Monte degli Ulivi.

Nei vangeli apocrifi Giacomo viene indicato come fratello, fratellastro o cugino di Gesù, anch’egli predicatore, ma che non aveva mai seguito il fratello.

Il cristianesimo invece trae origine dalla setta Batista, alla quale apparteneva Paolo di Tarso, e si diffonderà a Roma proprio grazie ai numerosi ebrei, che si convertivano allo scopo di sfuggire alla doppia tassazione, imposta loro dagli imperatori come punizione per non aver pagato le tasse a Gerusalemme.

Rino Sommaruga

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